The Big Big Brand Button | Alessia Bellon

Dalla teoria alla pratica, il triplice Ruolo di una consulente: Intervista a Alessia Bellon

In questa puntata ho avuto l’opportunità di conoscere Alessia Bellon, consulente di marketing con oltre 25 anni di esperienza in vari settori. Alessia ha recentemente focalizzato la sua attenzione sulla consulenza e sulla formazione su LinkedIn per aziende, forte di una decennale collaborazione con H-Farm, che le ha fornito una profonda conoscenza della gestione aziendale e l’opportunità di veder nascere e crescere numerose start-up. Inoltre, è autrice del manuale pratico “Il tuo profilo LinkedIn è uno strumento potente“.

La sua particolarità risiede nell’aver ricoperto ruoli di professionista del marketing, responsabile marketing aziendale e amministratore d’impresa. Attraverso la sua carriera, Alessia ha sempre valorizzato il digitale come strumento misurabile e fondamentale per ottenere risultati concreti. Negli ultimi anni, si è specializzata come consulente LinkedIn, aiutando le aziende B2B a sfruttare al meglio la piattaforma per l’acquisizione di talenti, l’espansione commerciale e la brand awareness.

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Chi è Alessia Bellon

Alessia Bellon è una consulente di marketing e ha più di 25 anni di esperienza in moltissimi settori. 

Recentemente diventata consulente e formatrice su LinkedIn per le aziende, vanta una collaborazione di 10 anni con H-Farm e un’ampia conoscenza delle dinamiche aziendali, avendo negli anni gestito molte aziende e guidato la nascita di svariate start-up.

La particolarità di Alessia è che ha indossato tutti e tre i cappelli che caratterizzano la presenza dei nostri ospiti e che è stata professionista del marketing, responsabile marketing in azienda e addirittura amministratore d’impresa.

Una delle prime esperienze professionali che l’ha formata è avvenuta all’interno dell’ufficio Corporate Image di una grande multinazionale, seconda al mondo per i suoi materiali da costruzione. Lì Alessia era incaricata di gestire tutta la parte italiana dell’azienda e il budget delle 8 divisioni che dirigeva.

Oltre agli studi in Scienze Politiche ed Economia di Alessia e alla sua veloce entrata nella vasca dei grandi campioni, a gettare le basi che l’hanno resa la professionista che è oggi, ha giocato un ruolo fondamentale il suo lungo percorso all’interno di H-Farm. Questa è stata per Alessia un’ottima possibilità di assistere all’evoluzione di esperienze, vite e progetti digitali che all’epoca l’hanno affascinata, facendola innamorare del digitale. Per lei H-Farm è stata una “Mecca”, in cui ha trovato due delle sue importanti prime opportunità professionali e in cui ha avuto modo di crescere professionalmente. 

L’Importanza del Digitale nella Carriera di Alessia

Una domanda di rito che non potevo non porre ad Alessia era quali fossero le differenze e le similitudini che ha notato tra i diversi settori nei quali ha lavorato. 

Alessia è riuscita a sorprendermi, spiegandomi che, a prescindere dalle differenze tra i vari settori, lei stessa agli inizi della sua carriera, nel 1999, è riuscita a rendere più simili possibili i suoi primi lavori, utilizzando una serie di strumenti e azioni digitali. 

La sua scelta è dipesa dal fatto che ha sempre saputo che il digitale è un canale misurabile, come a sua volta lo sono le sue azioni. Con questa consapevolezza ha fatto leva sui dati per portare ai suoi responsabili riscontri il più oggettivi possibile. 

Ma non solo, perché in tutte le aziende con cui ha collaborato ha deciso di portare il digitale come suo plus personale, in quanto non questo non era considerato un’attività core nella comunicazione di svariate aziende.

La Specializzazione come Consulente LinkedIn

Negli ultimi anni Alessia ha cambiato strada, specializzandosi come consulente di LinkedIn, in quanto collaborando con aziende B2B ha realizzato quanto queste potessero presentarsi bene all’interno di tale social. 

L’obiettivo di Alessia è la trasparenza. Quello che fa su LinkedIn consiste in uno storytelling dell’azienda, partendo dal comportamento che, come le piace sottolineare quando si interfaccia con i suoi clienti, dev’essere la una sorta di casa di vetro attorno all’azienda. 

La cosa importante a cui punta Alessia è rendere la verità aziendale qualcosa di non artificiale, rendere lo specchio dell’azienda autentico e capace di restituirci un’immagine onesta dello spirito aziendale, dando quindi una presa diretta su ciò che avviene all’interno dell’azienda.

I motivi per cui le aziende approcciano Alessia sono diversi, la maggior parte desidera portare avanti la e-acquisition, entrando in contatto con potenziali clienti e aprendosi nuove opportunità commerciali. Spesso, però, entrano in contatto con lei anche solo per cercare di chiudere le distanze nei mercati, riuscendo più facilmente a trovare nuovi contatti esteri con cui collaborare. Invece di fare molti viaggi a vuoto nel tentativo di creare connessioni, infatti, iniziare a costruire delle relazioni su Linkedin può essere utile, soprattutto dal punto di vista del budget e degli investimenti richiesti.

Alessia ammette che specialmente nell’ultimo anno ha potuto notare un incremento delle richieste riguardanti la talent acquisition, per cui ormai il pubblico riconosce Linkedin come strumento molto efficace, portando le aziende in trincea nel tentativo di accaparrarsi quante più collaborazioni possibili, anche nel caso di aziende minori. Più raramente invece, ma con stupore di Alessia, alcune aziende hanno iniziato a richiedere consulenze, legate al bisogno di lavorare sulla brand awareness, per fare in modo che clienti attuali o potenziali abbiano una giusta prima impressione del brand. 

Formazione Continua e Sostenibilità

Parlandoci dei modelli a cui si è ispirata, Alessia ci nomina il master svolto con Sole 24 ore un anno fa, riguardante la comunicazione, la sostenibilità e la responsabilità sociale d’impresa.

Alessia cita questo corso per trasferirci un concetto fondamentale, ovvero che diversamente da come si potrebbe pensare in questo periodo storico, in cui si parla sempre di più di persone all’interno delle aziende, la comunicazione di sostenibilità sottostà a regole diverse rispetto alla comunicazione commerciale.

I consigli di Alessia alla se stessa del passato 

Se Alessia potesse parlare con la sè del passato probabilmente si chiederebbe di tenere il naso verso le stelle un po’ di più, di non smettere di sognare e di osare di più. 

Alessia ci confida di essersi sempre frenata da giovane, era ambiziosa, ma attenta, e si è sempre fatta proteggere dal guscio che la spingeva a ponderare le sue azioni, anche se magari sentiva che le sue intuizioni e idee potevano funzionare. 

Alessia afferma di aver avuto dei maestri eccezionali all’inizio della sua carriera e che questi l’abbiano forgiata nella sua carriera, permettendole di sviluppare le sue competenze e di farla arrivare alla sua odierna carriera professionale.

Tra i mentori che sceglie di citare, c’è Riccardo Donadon, che definisce come un sognatore, uno che ha realizzato ciò che in tanti altri avrebbero lasciato in disparte per paura.

La sua cifra stilistica per Alessia era l’umiltà, infatti definisce Riccardo come una persona modesta, umile, mai fuori dalle righe, ma con dei sogni e delle ambizioni, delle aspirazioni veramente grandi e contagiose.

Cos’è il brand secondo Alessia Bellon?

Alessia fa trasparire la sua empatia quando parla di brand, rendendosi conto e facendoci capire che il brand non sono solo le persone, ma sono anche i loro sentimenti, il modo in cui si approcciano al brand e quali ricordi loro abbiano legato ad esso.

Il concetto di brand che ha Alessia Bellon va di pari passo con la sua filosofia: portare risultati concreti per rispettare le aspettative del cliente.

Alessia definisce il brand spezzando la sua definizione in due sezioni che, per comodità, chiameremo BFC e BFM (brand from customer e brand from marketer), ovvero: 

  • BFC: Il brand rappresenta una promessa o un sogno agli occhi del cliente. Per spiegarlo, Alessia ci ha raccontato un aneddoto molto significativo, mostrando un oggetto che rappresenta ancora oggi  un ricordo vivido (una collana acquistata in un negozio della Fifth Avenue durante uno dei suoi primi viaggi a New York). Quel prodotto rievoca ancora oggi in lei una certa percezione, una dimensione sognante che fa parte di lei da vent’anni: quella collana – che le ricorda  New York – è il mantenimento della promessa che il brand della collana le ha fatto;
  • BFM: Il brand raffigura un asset funzionale per la crescita del valore dell’azienda. Quest’ultimo, infatti, deve essere percepito dai dipendenti, e sono proprio loro ad affermare che l’impresa in cui lavorano ha un valore importante. Secondo Alessia, i dipendenti sono al centro dell’azienda e sono ciò che valorizza il brand. 

Di fatto, il brand può essere visto dal punto di vista dei clienti (ecco il BFC, brand for customer) o sotto una lente “interna all’azienda” (ossia BFM, brand for marketer). 


L’Opinione del Brand Master

Un buon ambiente all’interno delle aziende è un ottimo campo da gioco per i propri dipendenti, che, se stimolati, saranno automaticamente portati a svolgere un buon lavoro, incrementando il valore aziendale. 

Alessia ha la capacità di dare i giusti consigli conoscendo il mestiere e capendo che spesso il marchio non è facile da gestire. I suoi suggerimenti sono spesso in virtù della sua esperienza e del suo approccio umanistico, che ha sviluppato grazie agli svariati team che ha gestito. Mi trovo perfettamente in linea con il consiglio che Alessia dà: il brand deve essere un elemento coltivato dalle persone all’azienda.

Se trovi interessanti questi temi e vuoi approfondirli, scopri di più nel libro “Come posizionare un brand con il modello Iconical”. È una vera risorsa per professionisti di marketing, amministratori d’azienda e imprenditori, che ti aiuterà a esplorare il nuovo modello tridimensionale “Iconical Brand Positioning“, che analizza i settori merceologici in base ai benefici che guidano i consumatori all’acquisto!


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