Creare connessioni emotive con il brand nel settore food
Intervista ad Andrea Bino
Nel mondo del marketing, il concetto di brand è in continua evoluzione. Non si tratta più solo di promuovere un prodotto, ma di creare un legame profondo e duraturo con il pubblico, basato su valori condivisi. Nel settore alimentare, questo approccio assume una particolare rilevanza, dove la qualità e l’autenticità sono alla base di ogni strategia vincente.
In questo articolo, esploreremo la visione di chi, come Andrea Bino, ha saputo coniugare l’esperienza pratica con una forte componente valoriale, trasformando il marketing in un potente strumento di connessione tra marca e consumatore. Un viaggio che va oltre i numeri e le vendite, per costruire un brand che parli al cuore del pubblico.
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Chi è Andrea Bino
Andrea Bino è Marketing Manager di Surgital, un’azienda italiana specializzata nella produzione di pasta fresca e piatti pronti, che ha fatto della qualità e dell’innovazione il suo marchio di fabbrica. Con sede a Ravenna, Surgital si distingue nel settore del food service, con prodotti destinati ai ristoranti, catering e hotel. Ma il percorso professionale di Andrea non si è fermato a questo ruolo. La sua carriera è un interessante viaggio attraverso diverse realtà aziendali, che lo hanno visto evolversi e crescere come esperto di marketing, sempre con un occhio attento alle dinamiche del settore alimentare.
La sua esperienza, che si estende anche a multinazionali, ha radici profonde nel mondo del food, settore in cui ha iniziato la sua carriera come Brand Manager. La sua passione per la comunicazione e il marketing nasce quando, da bambino, sognava di lavorare nel mondo della pubblicità. Un sogno che lo ha portato a intraprendere un percorso di studi in Economia e Gestione Aziendale, completato con un MBA al Politecnico di Milano, dove ha consolidato la sua preparazione e ha affinato le sue competenze nel campo del marketing. La sua carriera è un perfetto esempio di come la formazione teorica e la pratica lavorativa possano integrarsi per dare vita a un percorso di successo.
Il marketing nel settore del food: dall’accademia alla realtà
Il marketing nel settore alimentare ha peculiarità che lo rendono unico. Andrea Bino lo sa bene, essendo immerso in questo mondo da anni. Il marketing di Surgital, ad esempio, non si limita alla semplice promozione di prodotti, ma abbraccia anche il mondo della ristorazione organizzata. Con il suo team di esperti, Andrea coordina una serie di attività che spaziano dalle fiere del settore, come il CIBUS di Parma, agli eventi di degustazione, fino alla formazione diretta dei professionisti del settore tramite l’Accademia De Gusto della Pasta. Ma questo è solo uno degli aspetti del suo ruolo.
La gestione del marketing in un’azienda come Surgital richiede un approccio integrato che coinvolge sia la parte strategica che quella operativa. Andrea e il suo team sono responsabili di tutte le fasi del processo: dalla creazione di eventi a tema, alla gestione del trade marketing, che si occupa di educare e coinvolgere i ristoratori e gli chef, i veri utilizzatori finali dei prodotti. L’approccio al cliente finale, infatti, è indirettamente attraverso i distributori, ma l’azienda è comunque sempre a stretto contatto con gli operatori del settore, garantendo che il prodotto arrivi e venga utilizzato nel modo migliore possibile.
Branding nel food service: quando il marketing si fa personale
La vera sfida, secondo Andrea, sta nel fatto che Surgital opera nel B2B, dove il marketing e la costruzione del brand sono ancora più complessi. Mentre per il B2C il consumatore finale è spesso il centro dell’attenzione, nel B2B il brand deve essere visibile e riconoscibile anche in assenza di una comunicazione diretta con il consumatore finale. Ma ciò che rende un brand vincente, secondo Andrea, non è solo la sua visibilità, bensì i valori che esso rappresenta.
Nel corso della sua carriera, Andrea ha visto evolvere il concetto stesso di brand. Quello che inizialmente era un concetto quasi accademico, incentrato sulla logica dell’estensione del prodotto e dell’analisi dei dati, è diventato qualcosa di più profondo e intangibile. Oggi, il brand non è solo un marchio commerciale, ma un simbolo che racchiude una serie di valori condivisi con i consumatori. Questo cambiamento di prospettiva è emerso chiaramente durante il suo percorso professionale, in cui ha visto il consumatore affezionarsi a un brand non per ciò che esso promette, ma per quello che rappresenta a livello emotivo e valoriale.
Il valore dei dati nel marketing: un approccio nuovo e tecnologico
Un aspetto che ha assunto sempre più importanza negli ultimi anni nel marketing è l’utilizzo dei dati. Andrea Bino e il suo team sono fortemente impegnati nell’analisi e nell’utilizzo delle nuove tecnologie per raccogliere e interpretare i dati. Tuttavia, lavorare nel settore del food service comporta alcune difficoltà, in quanto i dati che riguardano le vendite finali non sono facilmente reperibili. La sfida è quella di ricostruire il comportamento del consumatore attraverso una mappatura dei dati provenienti dai distributori e dalle interazioni con i ristoratori e gli chef.
Un altro aspetto cruciale dell’uso dei dati, secondo Andrea, è l’ascolto del mercato. Non basta analizzare i numeri: bisogna essere in grado di dialogare con i clienti, visitare i loro locali, capire le loro esigenze. In questo modo, si possono sviluppare prodotti che rispondano davvero alle necessità del mercato. La collaborazione con associazioni di settore e la partecipazione a convegni sono anch’essi strumenti fondamentali per raccogliere informazioni e spunti per sviluppare nuove soluzioni.
Le sfide del settore alimentare durante la pandemia
Nonostante i successi ottenuti, Andrea non ha mancato di raccontare anche i momenti difficili vissuti nel corso della sua carriera. In particolare, la pandemia di COVID-19 ha rappresentato una sfida enorme, soprattutto per il settore della ristorazione, che ha subito un duro colpo con la chiusura dei locali e la limitazione delle attività. Surgital si è trovata a dover reinventare il proprio approccio al mercato, con l’apertura rapida di un e-commerce per vendere direttamente i propri prodotti, e una rinnovata attenzione al take-away. In questo periodo di incertezze, l’azienda ha dovuto adattarsi rapidamente, cambiando le sue strategie di marketing e trovando nuovi modi per mantenere il contatto con il mercato.
Il brand secondo Andrea Bino
Per Andrea, il concetto di brand è strettamente legato ai valori che un’azienda è in grado di trasmettere al proprio pubblico. Non si tratta solo di promesse commerciali, ma di ciò che un brand rappresenta nella vita delle persone. Questo significa che il successo di un marchio non dipende solo dalla sua visibilità o dalle sue promozioni, ma da quanto i consumatori riescono a identificarsi con esso, a riconoscersi nei suoi valori. Nel mondo del food service, e soprattutto nel settore B2B, dove il marchio non è sempre sotto gli occhi del consumatore finale, è fondamentale costruire un’identità che parli al cuore dei ristoratori e degli chef, affinché possano portare avanti il marchio con passione e convinzione.
Conclusione: un percorso di crescita e scoperta
Il percorso di Andrea Bino è un esempio di come il marketing possa evolversi nel tempo, integrando nuove tecnologie e approcci più umani e viscerali. La sua esperienza ci insegna che la costruzione di un brand non è solo una questione di numeri e strategie, ma di connessione emotiva e di valori condivisi. Le piccole realtà italiane, come quelle del settore food, sono un terreno fertile per giovani professionisti che vogliono crescere e imparare, in un ambiente dinamico e stimolante. In un mondo sempre più globalizzato, l’autenticità e la passione per ciò che si fa sono gli ingredienti segreti per costruire un marchio che non solo venda prodotti, ma crei un legame duraturo con i propri clienti.

L’Opinione del Brand Master
Andrea Bino, forte della sua esperienza maturata in diverse aziende del settore food, ci mostra quanto sia importante saper trasferire i concetti valoriali di un brand. Spesso questi rischiano di apparire troppo complessi o addirittura eterei, ma Andrea dimostra come possano acquisire significato reale solo quando si traducono nel mantenimento concreto delle promesse fatte.
Il brand, infatti, non esiste soltanto perché dichiara un impegno: esiste davvero quando riesce a mantenerlo, dimostrando al cliente la propria affidabilità. È proprio questa coerenza tra promessa e realtà a rendere tangibile il brand, pur restando un bene immateriale.