The Big Brand Button | Enrico Santarelli

Un bagaglio colmo di esperienze e nuovi inizi: intervista a Enrico Santarelli

Enrico Santarelli, dirigente aziendale con oltre 20 anni di esperienza, ha scalato le vette del marketing e della direzione aziendale, trasformando ogni ruolo che ha ricoperto in un’opportunità di crescita. 

Guidato dalla costante ricerca di nuove sfide, Santarelli invita a un coraggioso reset, suggerendo di focalizzarsi su ciò che è fonte di valore durante i momenti di radicale cambiamento.

Definendo il brand come catalizzatore di energia, cultura e interesse, Santarelli sottolinea il suo potenziale interno nell’influenzare gli attori organizzativi. 

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Chi è Enrico Santarelli

Enrico Santarelli, dirigente aziendale con oltre 20 anni di esperienza, ha ricoperto tutta una serie di ruoli durante la sua carriera, passando da posizioni come quella di direttore generale a quelle di direttore commerciale o Chief Marketing Officer.

Da sempre appassionato di marketing, digital e innovazione in ambito professionale, ha coltivato questi interessi con forti ruoli di responsabilità, sia in qualità di consulente, in Boston Consulting Group, che in aziende quali Indesit Company, Clementoni e Bormioli Farm.

Riempire il suo zaino con tutte queste esperienze gli ha permesso di avere il privilegio di mettere le mani in pasta in tanti settori diversi e in svariate tipologie di aziende, e, oltre a questo, ha fatto risaltare la grande curiosità che lo caratterizza e lo spinge ad accettare delle sfide tutt’altro che scontate.

Enrico, però, è anche autore del libro “Trasformiamoci”, che racconta come adottare un approccio che permetta di condurre un’esistenza felice, specie dal punto di vista della carriera, e che pone in evidenza un modello di leadership adeguato per lo sviluppo di tali condizioni.

Cosa rende il marketing il punto focale delle aziende?

Uno degli insegnamenti più rilevanti che Enrico ha acquisito durante la sua carriera ricca di esperienze e stimoli è che il marketing rappresenta una funzione molto centrale nella vita di ciascuna azienda. 

Enrico ci tiene a sottolineare che questa affermazione non vale solo nel caso delle aziende B2C, ma che assume un’importanza fondamentale anche tra le aziende B2B

A proposito di questo, ciò che risalta in tutte le organizzazioni, secondo la sua opinione, è la centralità degli individui. A prescindere che si facciano prodotti o servizi, infatti, o che si metta in atto un approccio maggiormente fisico o digitale, alla fine gli interlocutori con i quali si ha a che fare sono sempre delle persone

Ed è proprio questo che porta il marketing a occupare una posizione così rilevante all’interno di un’azienda, influenzando ciascuna delle sue funzioni. 

L’unica cosa che varia di settore in settore, in questo caso, consiste nei touchpoint che si decidono di attivare per interagire con le persone, molto diversi soprattutto a seconda che si tratti di B2C o B2B. Ciò impatta sul tono di voce, sul focus della comunicazione e sul modo di veicolare se stessi e la propria immagine. La cosa certa, però, è che a prescindere dal settore l’elemento costante sia la posizione centrale ricoperta dal marketing.

Uno spunto interessante condiviso da Enrico riguarda la sua visione del marketing, un processo, secondo lui, che attraversa tutta l’organizzazione (non un solo dipartimento) e che è arricchito dall’attitudine delle persone.

In questo senso, ciò che può dar vita a un marketing di successo è proprio la somma tra attitudine e processo. Tutto ciò viene trasmesso attraverso una narrazione, che, costruita accuratamente, assume un carattere convincente per gli interlocutori e un’elevata coerenza in tutti i punti di contatto con il cliente. 

Il coraggio e l’intraprendenza di voltare pagina 

La carriera di Enrico Santarelli è stata dominata dalla sua indole propensa alla continua ricerca di nuove sfide e di opportunità di cambiamento. Questo, come accennato prima, non ha fatto altro che portarlo a fare molte esperienze diverse e sfidanti, arricchendo in modo eccellente il suo bagaglio di conoscenze e competenze. 

Per questo ci dà un suggerimento: bisogna avere il coraggio di ripartire da zero e di voltare pagina

Questo consiglio prende forma e acquisisce valore soprattutto nei contesti in cui ci si trova in un punto cieco, o quando la situazione è così complicata che sistemare il tutto rischia di essere nient’altro che una perdita di tempo. 

È proprio in questi casi che ripartire da zero può portare una persona a rivalutare tutto ciò che possiede in termini di conoscenze, esperienza accumulata e competenze, comportando, quindi, il manifestarsi di una forte trasparenza e consapevolezza nei confronti di sé.

Senza dubbio non è affatto una passeggiata attraversare una fase di cambiamento radicale, ma vi sono alcune pratiche che possono agevolarla. Una di queste, messa in atto da Enrico stesso, riguarda la prioritizzazione

Ci troviamo in un’epoca in cui la sfida non riguarda tanto l’aggiungere, ma il togliere. Quando si tenta di ripartire e ripensarsi, ci si dovrebbe concentrare soprattutto su ciò che determina valore effettivamente, mettendo tutto il resto in secondo piano.

Il brand: molto più di un asset

Enrico definisce il brand con una parola: catalizzatore. Un catalizzatore di energia, di cultura e di interesse. 

Creare una narrazione che proietti l’organizzazione nel futuro fa del brand un catalizzatore di energie verso una direzione desiderata, ma ancora non realizzata. 

Secondo la prospettiva di Enrico, il brand, che inizialmente lui considerava uno strumento rivolto all’esterno, è in realtà quasi più rilevante internamente, avendo un enorme potenziale quando si tratta di influenzare gli attori che fanno parte dell’organizzazione stessa. 

Da qui si intuisce ben presto che è assai importante lavorare con tematiche come l’employer branding e capire il ruolo fondamentale giocato dalla purpose dell’organizzazione, senza dimenticare che la narrazione, di cui abbiamo parlato prima, è funzionale all’arricchimento organizzativo. Il brand, in conclusione, è cruciale nella costruzione di un senso di comunità.

Infine, possiamo affermare che il brand è dove si decide di metterlo. Può essere nell’essenza di un prodotto, in una fotografia, in un jingle, in un componente del prodotto finale. Può essere dappertutto. Ed Enrico ce lo racconta con una sicurezza frutto di un allenamento continuo e di una pratica costante.


L’Opinione del Brand Master

Quella con Enrico Santarelli non è stata una vera e propria intervista, ma uno scambio di riflessioni dal tono sereno e pacato su argomenti però molto rilevanti e addirittura essenziali, che dovrebbero permeare in ogni organizzazione aziendale.

Il tema della centralità del marketing è la chiave di lettura con la quale Enrico suggerisce di condurre un’impresa e il brand è uno strumento potente, perché è tutt’attorno a ogni persona, proprio perchè è nella mente delle persone. A partire proprio anche da chi lavora in azienda, i primi destinatari della narrazione del brand, coloro che si fanno portavoce perché credono nella storia che il brand rappresenta.

Su questi temi c’è ancora tanto da approfondire e ci sono ancora molte esperienze da condividere e divulgare, perché l’efficacia vissuta da una persona sia a disposizione di altre persone curiose. Mi sento di dire che Enrico oltre ad essere curioso è anche generoso e ha condiviso con me e con il pubblico del podcast un grande bagaglio di esperienza con molta umiltà.

Se trovi interessanti questi temi e vuoi approfondirli, scopri di più nel libro “Come posizionare un brand con il modello Iconical”. È una vera risorsa per professionisti di marketing, amministratori d’azienda e imprenditori, che ti aiuterà a esplorare il nuovo modello tridimensionale “Iconical Brand Positioning“, che analizza i settori merceologici in base ai benefici che guidano i consumatori all’acquisto!


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