Tra Birra e Sport, un viaggio di innovazione e passione
Intervista a Simone Bertin
Nel panorama delle startup italiane, poche storie sono altrettanto affascinanti e simboliche come quella di Simone Bertin, fondatore e amministratore di La Orange, una realtà che ha rivoluzionato l’universo delle birre artigianali. Ma non stiamo parlando di una birra qualunque: La Orange produce birre pensate appositamente per chi conduce uno stile di vita attivo, con particolare attenzione agli sportivi.
La sua è una storia fatta di intuizioni, sfide e una passione che non si ferma mai. In questa intervista esclusiva, Bertin ci racconta come una passione per la birra e lo sport sia diventata l’ingrediente segreto di una delle realtà più innovative nel settore.
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Chi è Simone Bertin
Simone Bertin ha costruito il suo percorso in modo non convenzionale, attraversando mondi molto distanti tra loro prima di trovare la sua vera vocazione. Diplomato al liceo classico, ha intrapreso studi di marketing e poi si è immerso nel mondo dell’informatica, lavorando come tecnico e consulente.
Ma l’intuizione che avrebbe cambiato la sua vita è arrivata improvvisamente, mentre si trovava a bordo campo durante una partita di rugby, con una birra in mano. È stato lì che l’idea di unire la sua passione per lo sport e per la birra ha preso forma, portandolo a fondare Rugbirra, la birra del rugby, per poi evolversi nel progetto più ambizioso: La Orange.
Il passo successivo è stato quello di rendere la birra un prodotto funzionale, destinato a chi fa sport e vive una vita attiva. Bertin ha collaborato con esperti, come nutrizionisti e università, per sviluppare la “Action Beer”, una birra a bassa gradazione alcolica e con metà delle calorie di una birra tradizionale, concepita per integrare le esigenze degli sportivi. Il suo approccio non è solo innovativo dal punto di vista tecnico, ma anche umano, portando nei suoi prodotti i valori dello sport, come l’amicizia, la lealtà e la condivisione del “terzo tempo”. Il risultato è una birra che non è solo una bevanda, ma un simbolo di benessere e performance.
Dal marketing alla birra: la strada non convenzionale di un imprenditore
L’esperienza di Bertin, seppur caratterizzata da successi e innovazioni, non è stata senza difficoltà. La sua storia è quella di un imprenditore che non ha mai avuto paura di prendere decisioni audaci, sfidando le convenzioni.
Dalla sua esperienza nel marketing, dove ha affinato la capacità di leggere i mercati e anticipare le tendenze, Bertin ha capito che il vero valore di un brand non sta solo nel prodotto, ma nella capacità di suscitare un’emozione. Il suo approccio alla creazione del brand La Orange è proprio questo: costruire un marchio che susciti un senso di appartenenza, che faccia sentire il consumatore parte di una community di persone che condividono la stessa passione.
Il suo percorso imprenditoriale si è concretizzato anche grazie alla perseveranza. Nonostante le difficoltà iniziali nel trovare la formula giusta per la birra, Bertin non ha mai mollato. Ha studiato e ricercato soluzioni insieme ad esperti, ha sfidato i limiti della tecnologia e ha perseverato fino a quando non ha trovato la chiave per creare una birra che rispondesse alle esigenze di chi fa sport. Il segreto, come lui stesso racconta, è stato non arrendersi di fronte agli ostacoli, ma cercare sempre nuove strade e soluzioni, anche quelle più controintuitive.
Innovazione e tradizione: la combinazione che fa la differenza
Un aspetto fondamentale della visione di Bertin è la fusione di innovazione e tradizione. Il mondo della birra, infatti, è antichissimo, ma Bertin ha voluto portare un’innovazione nel processo produttivo, concependo una bevanda che potesse soddisfare le esigenze moderne senza perdere il legame con la tradizione.
La Orange, attraverso le sue birre funzionali, dimostra che è possibile unire la cultura della birra artigianale con i bisogni di un pubblico che cerca soluzioni più sane e performanti. Questo approccio è una testimonianza di come l’innovazione non debba necessariamente allontanarsi dalla tradizione, ma può anzi arricchirla, dandole nuova vita.
Bertin ha saputo adattare la sua offerta a nicchie di mercato specifiche, come i ciclisti e gli amanti del rugby, ma senza rinunciare alla qualità. La “Action Beer”, ad esempio, è pensata per coloro che desiderano una birra a bassa gradazione alcolica e con meno calorie, ma che non vogliono rinunciare al gusto e alla sensazione di piacere che una buona birra può regalare. Si tratta di un prodotto che risponde a una domanda crescente: quella di chi vuole coniugare il piacere di una bevanda con uno stile di vita sano e attivo.
Il brand secondo Simone Bertin
La visione di Bertin sul concetto di “brand” è profonda: un brand deve essere percepito come una passione, come un amore. “Se riesci a trasmettere l’amore e la dedizione che hai messo nel tuo prodotto, allora il consumatore non compra più solo un bene materiale, ma fa uno scambio” dice Bertin. È proprio questa visione che ha portato La Orange a essere un marchio che si distingue per l’autenticità e l’emotività che riesce a trasmettere ai suoi clienti.
Per Bertin, il brand è un elemento che deve essere “vissuto” dal consumatore. Non basta più offrire un buon prodotto: è fondamentale che il cliente si senta parte di una comunità, che riesca a identificarsi con i valori del marchio. Questo è il vero segreto del successo di La Orange: un marchio che non vende solo birra, ma un modo di vivere, fatto di sport, passione e sana competizione.
Conclusioni: la ricerca del proprio cammino, autenticamente
Il percorso di Simone Bertin ci insegna che la chiave per il successo è l’autenticità. La sua carriera dimostra che non bisogna temere di cambiare strada, di sperimentare e, soprattutto, di essere se stessi. “Essere autentici” è il consiglio che Bertin dà a chiunque voglia intraprendere un percorso imprenditoriale. Se sei autentico, attrarrai persone autentiche, e questo ti permetterà di costruire un business solido, basato su relazioni genuine.
La sua storia è un invito a cercare sempre la propria strada, anche quando sembra che non ci siano certezze. “La ricerca è una parte molto interessante”, dice Bertin. E forse, alla fine, è proprio la ricerca stessa che rende tutto più significativo. Sia nel mondo delle startup che nella vita, ciò che conta è non fermarsi mai, essere aperti alle opportunità e, soprattutto, fare tutto con passione. E, se ci si trova in buona compagnia, con una birra di qualità, la ricerca diventa ancora più deliziosa.

L’Opinione del Brand Master
Nella sua intervista, Simone Bertin lascia intendere che lo sviluppo di un brand dipenda in gran parte dalle persone: sono loro, con la loro energia e la loro fiducia, a piantare un piccolo seme all’interno di un ambiente circoscritto. Questo ambiente, però, è strettamente connesso a un concetto più ampio, di natura ecosistemica. A volte l’ecosistema sa nutrire e proteggere, permettendo al seme di crescere e svilupparsi fino a dare vita a un brand più solido e forte. Altre volte, invece, rischia di soffocare l’energia investita nel progetto. Per questo, l’ecosistema in cui un brand viene piantato è un elemento cruciale.
Stimo Simone per l’energia che mette in ciò che fa: anche di fronte alle inevitabili difficoltà, quando si pianta un seme bisogna saperne avere cura. Oggi tutta la sua energia è necessaria per far crescere e germogliare il suo brand. Mi auguro che possa ricevere forza anche dalle persone che gli stanno accanto, così da dare il meglio in questi suoi progetti. .